L'organo della Chiesa di San Silvestro a Chiaverano (To)

di Adriano Giacometto


A una manciata di chilometri da Ivrea, in suggestiva posizione ai piedi della Serra, l'antico borgo di Chiaverano domina dall'alto l'intero eporediese.
La chiesa parrocchiale di S.Silvestro, ricostruita verso la metà del XVIII secolo su uno sperone roccioso fortificato da tempi remoti, custodisce il più importante organo di scuola piemontese conservato, uno dei pochi grandi strumenti tardo-settecenteschi sopravvissuti integri in tutta la penisola.
L'organo è opera, tra il 1793 e il 1796 (quindi coevo al monumentale SERASSI di Colorno), di GIOVANNI BRUNA; forse il più importante, sicuramente il più geniale artista che l'organaria piemontese abbia saputo esprimere.

Le vicende che portarono alla collocazione del monumentale organo chiaveranese furono senza dubbio favorite in primo luogo dalle ingenti possibilità finanziarie che la parrocchia all'epoca poteva contare, da un periodo storico-organario assai felice - ricco di fermenti, di un'arte in piena evoluzione verso nuove sonorità e prospettive foniche - e dalla fantasia, dall'estrosità e dalla vena artistica tipiche del BRUNA.

L'ambizioso progetto del BRUNA era quello di emulare e superare per importanza e grandiosità i migliori strumenti canavesani e principalmente l'organo della Cattedrale di Ivrea collocato da ANDREA LUIGI SERASSI nel 1790 (2 tastiere, 36 registri; circa 1650 canne). Il progetto, dopo il consueto iter Bruna caratterizzato da uno stillicidio di modifiche, ampiamenti e variazioni in corso d'opera, giungerà felicemente in porto dopo tre lunghi anni di lavori: dal laboratorio di Piverone uscirà il più grande organo fino ad allora costruito nelle terre dei Savoia.
Alla costruzione della cassa, degna cornice a una così importante opera, vengono chiamati un gruppo di minusieri e intagliatori guidati dal piveronese Giovanni Godone; il risultato, un autentico capolavoro dell'ebanisteria tardo-settecentesca piemontese.

Un Ordinato comunale datato 13 febbraio 1792 ci informa sulla recente costruzione di bussola d'ingresso e cantoria e dello stanziamento di lire mille per la costruzione del nuovo organo. Gli amministratori chiaveranesi prevedono (sbagliando di grosso) una spesa complessiva sull'ordine delle tremila lire.
La firma della Capitolazione (che è andata purtroppo presa) avviene verosimilmente nello stesso 1792; a partire dal 1793 iniziano i pagamenti con la solita modalità riservata dal Bruna alle realizzazioni più impegnative, nella quale tutti i materiali (scelti con cura dallo stesso organaro) vengono pagati direttamente dalla fabbriceria. Il 4 giugno 1794, tre condotte da Piverone, portano a Chiverano la gran parte dello strumento; all'inizio dell'anno successivo - il 25 febbraio - viene saldato al BRUNA il conto delle spese per il pane: ben 75 lire! Ma l'organo non è ancora terminato.
Dalle numerose ricevute dei pagamenti effettuati si evince che nella seconda metà del 1795 proseguono - nella miglior tradizione BRUNA - gli ampliamenti: l'aggiunta dei due Putti con tromba sonante, dell'Oboe pettorale e dell'intero corpo dell'Organo Eco cui suoi 9 registri e le più di 400 canne.
Lo strumento viene verosimilmente inuguarato nel Natale del 1796; dal 1797 si registrano i pagamenti per l'organista.

Piccole riparazioni nel 1809, nel 1812 e nel 1821; e una pulitura nel 1850 effettuata dallo stesso organista di Chiaverano, BERNARDINO BERGO', permetttono all'organo di arrivare sostanzailmente integro alle soglie del Novecento. L'ultimo pagamento all'organista data l'anno 1906.
Poi il silenzio. A più riprese, nel 1945 e nel 1953, l'organaro milanese PIETRO COSTAMAGNA si offre di rilevare tutti i materiali offrendo la somma di £ 38.000.
Grazie alla fermezza, prima di don Fasciotti poi di don Bassino, lo sciagurato progetto proposto dal Costamagna non viene portato a termine.
A questi due pievani chiaveranesi il merito di aver letteralmente salvato un capolavoro dell'organaria piemontese.
All'inizio degli anni '60 a causa di alcuni lavori necessari alla chiusura del finestrone di facciata - retrostante l'organo - lo strumento viene sommariamente smontato e riposto, le canne metalliche in un capiente cassone, le lignee accatastate nel vano mantici; il tutto senza l'inevitabile serio danneggiamento del materile fonico.
Ma sullo strumento l'oblio era già caduto da decenni.

Il 10 gennaio 1992, chi scrive, ritrova il prezioso strumento - seppur danneggiato dall'incauto smontaggio - miracolosamente intatto nella meccanica e nella fonica.
Nei mesi e negli anni successivi numerosi supralluoghi hanno permesso la completa schedatura dello strumento e il censimento delle canne sparse ovunque: sulle 1275 costituenti il Grand'Organo, Pettorale e Pedale sono state conteggiate ben 1218, mentre all'Organo Eco (interamente in stagno) su 433 canne risultano conservate 406.

Una scoperta di tale rilievo avrebbe fatto supporre a un forte interesse per il recupero dello strumento, la parrocchia invece è stata lasciata colpevolmente sola di fronte ad progetto troppo impegantivo rispetto alle proprie disponibilità.
Nessuno, ne' i vari assessorati (regionale e provinciale), ne' gli organi istituzionali preposti, ne' le importanti associazioni per la tutela del patrimonio artistico o la promozione turistica, ne' le grandi fondazioni bancarie hanno dimostrato il minimo interesse di fronte a un'opera sostanzialmente unica.

SCHEDA DESCRITTIVA SINTETICA

  • Località ed edificio. Chiaverano (TO), Chiesa parrocchiale di S.Silvestro
  • Autore e data. Organo costruito da Giovanni Bruna tra il 1793 e il 1796, riparato da Bernardino Bergò nel 1850, smontato e accatastato nel vano mantici da ignoto verso il 1960.
  • Ubicazione. Collocato in cantoria lignea sulla bussola di ingresso.
  • Cassa e cantoria. Contenuto entro monumentale cassa lignea disegnata e scolpita nel 1794 da Giovanni Godone di Piverone. La bussola e cantoria - dello stesso autore - risalgono al 1791; il complesso è dipinto nei suoi colori originali: blu e ocra.
  • Prospetto e facciata. A una campata a tre cuspidi, formato da 41 canne (11-19-11), canna maggiore Do1 del Principale 8' e Flauto traverso; 2 trombe in ottone rette dai Putti ai lati della facciata.
  • Tastiere. Consolle a finestra formata da due tastiere di 50 tasti (Do1/Fa5, ottava corta), tasti diatonici ricoperti in ebano, cromatici ricoperti in osso. Modiglioni laterali sagomati.
  • Pedaliera. A leggìo di 15+3 tasti, rispettivamente: 13 tasti (Do1/Mi2, ottava corta), 2 tasti (Fa#2, Sol#2), 3 tasti accessorio. È costantemente unita alla tastiera.
  • Registri. Azionati da manette in legno a spostamento laterale e incastro disposte su due colonne a destra della consolle per il Grand'Organo, il Pettorale e il Pedale; a tirante con pomello metallico su una fila a sinistra della consolle per l'Organo Eco. Cartellini ottocenteschi, sono parzialmente visibili gli orginali sottostanti.
  • Divisione tra bassi e soprani: Si2/Doe3.
Grand’Organo
(16) VOCE UMANA (1) PRINCIPALE di 16 (da Do2)
(17) FLAUTO TRAVERSO (2) PRINCIPALE Imo bassi 
(18) FAGOTTI nei bassi (3) PRINCIPALE IIdo bassi 
(19) VIOLA nei bassi (4’, ancia) (4) PRINCIPALE Imo soprani 
(20) VIOLONCELLO nei soprani (16’)  (5) PRINCIPALE IIdo soprani 
(21) CLARINETTE nei soprani (6) OTTAVA 
(22) OBOÈ nei soprani (8’, pettorale)  (7) DUODECIMA 
(23) BASSI d’OBOÈ nei pedali (8’)  (8) DECIMAQUINTA 
(24) CARILIONI nei soprani  (9) DECIMANONA 
(25) FLAUTO IN OTTAVA  (10) VIGESIMASECONDA
(26) FLAUTO IN DUODECIMA  (11) VIGESIMASESTA
(27) FLAGIOLETTO  (12) VIGESIMANONA
(28) CORNETTA Ima (VIII-XII)  (13) TRIGESIMATERZA
(29) CORNETTA IIda (XV-XVII) (14) TRIGESIMASESTA doppia
(30) CONTRABASSI nei pedali (16’+8’)  (15) SESQUIALTERA (XIX-XXIV)
(31) TIMPANI in C.D.G.A.  
Organo Eco

(32) PRINCIPALE
(33) OTTAVA
(34) SESQUIALTERA (XII, da Do2)
(35) DECIMAQUINTA
(36) DECIMANONA
(37) VIGESIMASECONDA
(38) CORNETTA (XII-XVII)
(39) FLAUTO IN OTTAVA (da Do2)
(40) VIOLONCELLO (8’, da Do2)

  • Accessori. Un pedalone a destra della consolle per Combinazione libera; un pedalone a destra della pedaliera per (41) TAMBURO; pedali della pedaliera: (42) PUTTO in Re,(43) PUTTO in La,(44) ROLLO. A cassetto: (45) UNIONE TASTIERE.
  • Manticeria. Composta da 4 mantici a cuneo a 5 pieghe azionabili mediante corde e carrucole.
  • Trasmissione. Meccanica sospesa classica con tiranti e catenacci in ferro forgiato per somiere del Grand'Organo; a bilancere per l'Organo Eco; a rulli in legno per il Pedale.
  • Somieri. Del Grand'Organo "a vento" (di tipo settecentesco), provvisto di 29 pettini e 50 canali; dell'Organo Eco "a tiro", provvisto di 9 stecche e 50 canali. Somieri secondari per: Pettorale, Contrabassi e Rinforzi, Timpani, Basso d'Oboe, Tamburo.
  • Crivello. Interamente in legno di pioppo, telaio e coperta.
  • Dimensioni cassa. Larghezza 4.95 m, profondità 2.15 m, altezza (cimasa) 9 m.
  • Estremi redazionali. Scheda frutto di più sopralluoghi, l'ultimo effettuato in data 24 aprile 1999, da Adriano Giacometto.
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